
Le parole di Ferrara sono chiare, decise e si scagliano contro l'interruzione volontaria di gravidanza, una pena di morte legale, che spezza centinaia di milioni di vite. Secondo il giornalista tra i condannati a morte non si possono ignorare tutti quegli essere umani "concepiti nell'amore o nel piacere e poi destinati alla mannaia dell’asportazione chirurgica o a quella del veleno farmacologico via pillola Ru486". Perché di esseri umani si tratta che "hanno ciascuno la propria struttura cromosomica, unica e irripetibile".
Il giornalista invita con fermezza le 'buone coscienze' felici per il voto dell'Onu a riflettere e aderire a questo appello per porre fine a quello che definisce lo "scandalo supremo del nostro tempo". Ma nel suo editoriale Ferrara si spinge oltre e afferma che "l'aborto, in molte parti del mondo in cui è selettivo per sesso e diventa selettivo per profilo genetico, è un capolavoro ideologico di razzismo in marcia con la forza dell’eugenetica".
"Un appello che parla da solo", conclude il giornalista che invita a promuovere la "Grande Moratoria della strage degli innocenti".